Relazione
Assistenziale
Appunti di Zoe Franzoni
Università degli Studi di Brescia
Facoltà: Medicina e Chirurgia
Corso di Laurea in Infermieristica
Esame: Infermieristica clinica generale
Docente: Taboni Luciana
A.A. 2020/2021
Tesi
online
A P P U N T I
Tesionline
per Infermieri4
• Rapporto;
• Connessione;
• Legame;
• Corrispondenza;
• Entrare in contatto;
• Partecipare al vissuto dell’altra persona.
1.2 CONCETTO DI ASSISTENZA
Sono le pratiche assistenziali ma è il modo di farle che fa la differenza; come si entra in relazione e
cosa si trasmette?
1. Comprendere;
2. Mettere a proprio agio;
3. Informare;
4. Rispetto della privacy;
5. Tutela della dignità dell’assistito;
6. Dare attenzione;
7. Preoccuparsi (occuparsi: fare quello che si deve).
Centrale per l’assistenza infemrieristica è il concetto di aiuto, ma non di sostituzione al paziente;
l’obiettivo è sfruttare le sue risorse residue.
Lo sviluppo da parte dell’infermiere di competenze relazionali inizia con lo studio del processo di
comunicazione compreso il silenzio.
1.3 L’INFERMIERE DOVREBBE …
• Comprendere il problema di salute per quella persona;
• Migliorare l’adattamento psicologico, fisico e sociale del paziente;
• Comunicare in modo efficace.
1.3.1 COME VALUTARE UNA BUONA COMUNICAZIONE
Verificando la corretta ricezione del messaggio; non conta solo quello che viene detto ma il modo
in cui viene detto e le condizioni in cui si realizza la comunicazione.
1.4 COMUNICAZIONE
1. l’elemento essenziale attraverso il quale si realizza il rapporto sociale;
2. Non è mai una trasmissione a senso unico di conoscenze e informazioni.
3. È la costruzione di significati condivisi che impegna entrambi gli attori.
4. La comunicazione verbale è un atto insito nella natura umana e fa parte dell’essenza
stessa dell’uomo.
5. È lo strumento che collega i suoi bisogni alla capacità di esprimerli.
6. Si esplica in un processo DINAMICO E RELAZIONALE che evolve nel tempo e, come tale,
può essere soggetto a tappe, arresti e miglioramenti.
7. È il fondamento della relazione (l’incontro con l’altro) nella quale l’individuo diventa
persona.
TEORIA DELLA COMUNICAZIONE
Nel 1791 WALTZLAWICK, BEAVIN E JACKSON elaborano la teoria della comunicazione: ogni
interazione, sia conscia che inconscia, fra 2 persone deve essere considerata comunicazione.
RELAZIONE ASSISTENZIALE
1.1 CONCETTO DI RELAZIONE Zoe Franzoni – Relazione assistenziale
5
La comunicazione umana è un evento intersoggettivo che comprende lo scambio di messaggi sia
espliciti che impliciti; essa si realizza anche quando non vi è consapevolezza dell’intento di
comunicare.
Ogni comportamento di un soggetto purchè in presenza di un destinatario, è un gatto
comunicativo.
Scrive Watzlawick:
“C’è una proprietà del comportamento che difficilmente potrebbe essere più fondamentale e
proprio perché troppo ovvia viene spesso trascurata: il comportamento non ha un suo opposto. In
altre parole non esiste qualcosa che sia non comportamento o meglio non è possibile non avere
un comportamento.”
NON SI PUÒ NON COMUNICARE: dal momento che il comportamento è comunicazione ed è
impossibile non comunicare, non può intendersi in modo unidirezionale, da chi parla a chi ascolta,
ma come una processualità interattiva, dove il dire e il fare di ogni individuo influenza e nello stesso
tempo viene influenzato dal dire e dal fare dell’altro con cui interagisce.
In un sistema relazionale ogni comportamento consapevole o inconsapevole determina effetti sia
diretti che di retroazione sugli altri membri del sistema.
Basta che vi sia un cambiamento di un membro del sistema che tale cambiamento sarà seguito
da un cambiamento delle altre unità del sistema stesso.
2.1 ASSIOMI DELLA COMUNICAZIONE
1. È impossibile non comunicare;
2. Livelli comunicativi di contenuto e relazione, cosa vogliamo dirci e come lo diciamo;
3. La natura di una relazione dipende dalla punteggiatura delle sequenze di comunicazione;
4. Comunicazione digitale (prevalentemente verbale) e analogica (non verbale, serve per
trasmettere idee e sentimenti);
5. Interazione complementare (infermiere - paziente) e simmetrica (tra colleghi).
2.2 ELEMENTI DEL PROCESSO COMUNICATIVO
• EMITTENTE: colui che he trasmette il messaggio.
• RICEVENTE: colui che riceve il messaggio.
• CANALE: come viene trasmesso?
• CODICE: condiviso da entrambi, ad esempio la lingua;
• MESSAGGIO: il contenuto da trasmettere;
• CONTESTO: spazio - tempo dedicato; non avere fretta, è una delle risorse più
importanti da dedicare.
La comunicazione è un fenomeno circolare, ogni atto comunicativo è una risposta ad un
messaggio precedente, uno stimolo per l’interlocutore e un rinforzo del modello comunicativo.
Ogni soggetto partecipa ad una relazione comunicativa.
2.3 FORME DI COMUNICAZIONE
2.3.1 COMUNICAZIONE VERBALE
È la forma più recente di comunicazione; è la caratteristica che differenzia il modo di comunicare
dell’uomo da quello dell’animale. Zoe Franzoni – Relazione assistenziale
6
Senza l’uso del linguaggio gli individuo sarebbero limitati nell’abilità di classificare e ordinare le
informazioni.
2.3.2 COMUNICAZIONE PARAVERBALE
La trasmissione del linguaggio non si affida al solo contenuto ma anche a come viene veicolato,
alle modalità linguistiche della voce: PRODUZIONI PARALINGUISTICHE.
La comunicazione paraverbale si trova a metà strada tra la comunicazione verbale e non verbale.
Sono tutte le vocalizzazioni aggiuntive:
1. Intercalare;
2. Pause;
3. Intonazione;
4. Volume della voce.
QUALITÀ DELLA VOCE
• TONO DELLA VOCE: può esprimere apprezzamento o disappunto, entusiasmo o apatia,
interesse o noia;
• TIMBRO: colore della voce;
• VOLUME: corrisponde all’intensità sonora e serve a sottolineare i concetti o a ridestare
l’attenzione;
• RITMO: serve a dare più o meno incisività ai concetti espressi.
2.3.3 COMUNICAZIONE NON VERBALE
Accanto al linguaggio verbale all’uomo p rimasto il linguaggio più antico e istintivo costituito dalla
gestualità, mi inca, contatto corpore e postura.
Buona parte dei messaggi inviati attraverso la comunicazione non verbale appartengono alla
sfera preconscia per cui sono evidenti anche quando il soggetto non ha intenzione di comunicare.
Questo evidenzia l’importanza della comunicazione non verbale all’interno della relazione
assistenziale e sociale.
Il messaggio inviato con la nostra espressività corporea giunge prima e più intensamente della
parole; la discordanza tra i 2 linguaggi è immediatamente percepita e non predispone ad una
relazione comunicativa efficace.
MODALITÀ ESPRESSIVE
ESPRESSIONE DEL VOLTO: può trasmettere pensieri e sentimenti più reconditi, è impossibile fingere un
interesse non presente; importante essere consapevoli delle proprie espressioni facciali e del modo
in cui influenzano la comunicazione soprattutto nelle relazioni interpersonali.
SGUARDO: è un potente segnalatore a livello non verbale; consente di cogliere informazioni sulla
situazione relazionale in atto.
POSTURA: rappresenta la posizione del corpo consapevolmente o inconsapevolmente assunta dal
soggetto per definire la propria relazione con il contesto e con l’altro; influenza il comportamento
altri, ha un ruolo essenziale nell’aprile, mantenere o interrompere la comunicazione e definisce la
relazione gerarchica che interviene tra i 2 interlocutori.
ORIENTAMENTO DEL CORPO: Zoe Franzoni – Relazione assistenziale
7
• Porsi l’uno di fronte all’altro esprime la volontà di scegliere quella persona per una
comunicazione privilegiata;
• Posizione fianco a fianco: tipica di situazioni collaborative;
2.4 COMPORTAMENTO NELLO SPAZIO
Le persone comunicano con il modo di gestire lo spazio e gli elementi da considerare sono:
1. Distanza tra gli interlocutori;
2. Orientamento: posizione reciproca delle persone;
3. Modo di muoversi nell’ambiente;
4. Organizzazione dello spazio e degli oggetti.
2.4.1 DISTANZA
La distanza che le persone assumo è indice dei loro rapporti sociali e dei loro sentimenti reciproci e
può essere:
• INTIMA: definita bolla, riservata a poche persone;
• PERSONALE: non è permesso il contatto fisico;
• SOCIALE: rapporto di fiducia;
• PUBBLICA.
2.4.2 GESTUALITÀ
I gesti inviano dei segnali molto evidenti che, nelle varie culture, possono cambiare come numero,
intensità e significato.
Vari sono i segnali:
1. SEGNALI EMBLEMATICI: segnali emessi intenzionalmente con significato specifico, può
ripetere o sostituire il contenuto della comunicazione verbale;
2. GESTI ILLUSTRATORI: movimenti fatti con le mani con lo scopo di illustrare ciò che si sta
dicendo;
3. GESTI INDICATORI: dello stato emotivo del parlante.
La discordanza tra le modalità di comunicazione è percepita immediatamente e rende inefficace
la comunicazione; attenzione al linguaggio non verbale perché è in grado di influenzare il
comportamento altrui in modo maggiore rispetto alla comunicazione verbale.
2.4.3 SILENZIO
In assenza del linguaggio verbali è la globalità della comunicazione non verbale a determinare il
significato da attribuire al silenzio:
• Aggressività;
• Rifiuto del legame;
• Rispetto;
• Partecipazione emotiva;
• Comunione affettiva talmente profonda da non richiedere parole.
È un modo strategico di comunicare e il suo significato varia come le situazione, relazioni e la
cultura di riferimento.
2.5 FUNZIONI DELLA COMUNICAZIONE Zoe Franzoni – Relazione assistenziale
8
La comunicazione come processo circolare tra paziente, famigliari e operatori presenta 3 aspetti
fondamentali:
1. TRASMETTERE INFORMAZIONI, come scambio accurato di dati e conoscenze;
2. PRESTARE ATTENZIONE ALLE EMOZIONI (aspetto più delicato ma pervasivo
nelle relazioni di cura);
3. CONSEGUIRE GLI OBIETTIVI TERAPEUTICI è la funzione centrale in medicina e
nel processo comunicativo è il riferimento per stabilire i limiti in cui informazioni
ed emozioni si devono situare.
La comunicazione efficace è:
• Finalizzata;
• Consapevole;
• Contestualizzata;
• Crea integrazione a livello della relazione;
• Evita conflitti inutili.
2.6 STILI COMUNICATIVI
2.6.1 ASSERTIVITÀ
È la capacità di comunicare in modo efficace e convincente, tenendo l’ansia sotto controllo e
mantenendo relazioni positive con gli altri.
IL LINGUAGGIO DEL CORPO DEL TIPO ASSERTIVO
1. POSTURA: eretta - rilassata - aperta;
2. ESPRESSIONE DEL VOLTO: coinvolta - interessata;
3. OCCHI: contatto oculare diretto;
4. VOCE: chiara - amichevole - calibrata - non forzata;
5. GESTUALITÀ: aperta - mani che non superano l’altezza dei gomiti.
2.6.2 AGGRESSIVO
Può permetterti di raggiungere il tuo obiettivo ma non avrai mai una relazione prositiva con
l’interlocutore.
È lo stile ideale da assumere in ogni situazione di vita per mantenere una relazione basata sull’
autostima e sui propri pensieri, rispettando le idee altri.
IL LINGUAGGIO DEL CORPO DEL TIPO ASSERTIVO
1. POSTURA: rigida - pugni serrati - denti stretti;
2. ESPRESSIONE DEL VOLTO: mascelle serrate - minacciosa ;
3. OCCHI: fissi - sporgenti - vitrei;
4. VOCE: veloce e ad alto volume - tagliente;
5. GESTUALITÀ: accusatoria (puntare il dito).
2.6.3 PASSIVO
IL LINGUAGGIO DEL CORPO DEL TIPO ASSERTIVO
1. POSTURA:curva - accasciata - piegata; Zoe Franzoni – Relazione assistenziale
9
2. ESPRESSIONE DEL VOLTO:vuota - sorriso di convenienza - disinteressata - paurosa;
3. OCCHI: rivolti verso il basso, evitanti - ridotto contatto;
4. VOCE:bassa - esitante/lenta - debole - veloce;
5. GESTUALITÀ:smaniosa - accennare l’assenso col capo - pizzicarsi velocemente - torcersi le
mani.
Zoe Franzoni – Relazione assistenziale
10
APPROCCIO CENTRATO SULLA
PERSONA
Carl Rogers definisce la relazione di aiuto una situazione in cui uno dei partecipanti cerca di
favorire una maggiore valorizzazione delle risorse personali del soggetto.
Questo approccio riguarda diversi ambiti:
• Educativo;
• Professionale;
• Terapeutico.
In ambito infermieristico la qualità dell’incontro interpersonale è l’elemento più significativo nel
determinare l’efficacia della relazione.
L’infermiere deve essere un professionista e non un amico anche se è molto vicino emotivamente
al paziente.
UOMO: insieme di parti (sistema di organi e apparati) e parti di sistemi sovrastanti (familiare, sociale
e valoriale); sia la PATOLOGIA (disease) sia il VISSUTO DI MALATTIA (illness) hanno pari dignità.
C’è un coinvolgimento attivo e interattivo del paziente e la relazione operatore - paziente diventa
un importante processo per formulare la diagnosi ed impostare il trattamento terapeutico.
1.1 COMPORTAMENTO SPAZIALE
Nelle relazioni in genere ognuno cerca di mantenere e proteggere una zona cuscinetto, uno
spazio protettivo dell’io, questa zona si riduce con le persone amiche e si allarga con gli
sconosciuti.
PROSSEMICA: disciplina che studia l’uso che l’uomo fa dello spazio sociale e personale.
IMPORTANTE IN AMBITO ASSISTENZIALE: l’ospedalizzazione stravolge le abitudini e l’uso
personale dello spazio, fino ad arrivare alla spersonalizzazione (anziani).